Sono stato a Calcata.
Un luogo incredibile, cercatelo.. famoso per più cose, tra cui una certa atmosfera hippie (ma non solo) molto interessante che, incredibile ma vero, non risulta né forzata né "pacchiana".
Scritto cosi sembra la solita cagata scritta per dare lustro ad un luogo "finto", capace di cavalcare l'onda degli anni sessanta spesso in maniera faziosa e poco autentica eppure.. eppure c'è qualcosa di vero nell'aria, di credibile: basta esplorare le sue botteghe estrose (così come le sue piccole e coloratissime locande), di piccolo artigianato o vintage; basta lasciarsi avvicinare senza pregiudizi dai suoi abitanti, veri e propri personaggi, o ammirare la cura dei suoi vicoli, tra i suoi gatti, per poi perdersi con gli occhi nella valle del Treja..
Un paese riscattatosi oggi con una freschezza flower power incredibile ma con alle spalle però una salda base contadina.. venute in qualche modo a contatto (non si sa come! sarebbe bello scoprirlo..) e capaci di rigenerarsi una con l'altra in perfetta sintonia.
Da un paio di anni a Calcata si tiene un festival hippie già divenuto molto famoso (.. voglio arrivarci in moto per l'edizioe 2019 promesso!!) ma al di là del suo fascino indiscutibilmente artistico, hippie e anche magico.. a Calcata e qui viene il bello, ho potuto ammirare un vero e proprio museo contadino (chi mi conosce bene sa che ho sempre sognato di veder nascere nel mio paesello un "piccolo museo di pescatori contadini del Po".. l'ho sempre immaginato piccolo, gratuito, non sfarzoso, capace di avvicinare grandi e piccini.. come questo) fantasticamente curato da un sognatore gentile e molto alla mano, pieno zeppo di oggetti storici, che un giorno ha deciso di abbandonare Roma per rifugiarsi qui e dedicarsi a questo preziosissimo luogo sorto nel 1991.
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